La storia del lavoro (sunto di Laura Giampuzzi)
L’esposizione del dott. Coletti sulla storia del lavoro, dai primordi all’età contemporanea, è stata ricca di documentazione fotografica ed arricchita dalla lettura di brani di letteratura sulla situazione del lavoro soprattutto dell’800.
La concezione del lavoro è cambiato di epoca in epoca ed è importante per capire una civiltà. Il lavoro nasce con l’uomo da quando era un cacciatore nomade per diventare poi sedentario e stabilirsi definitivamente in un luogo per dedicarsi all’agricoltura, alla pastorizia, alla tessitura e alla costruzione di capanne e palafitte. L’agricoltura è stata sempre un attività che ha impegnato gran parte della popolazione nel mondo antico, ma soprattutto erano schiavi, che facevano il grosso dei lavori pesanti.
Nel mondo romano le attività lavorative e artigianali si sono molto arricchite ed evolute essendoci una grande circolazione di materie prime, di merci provenienti da tutte le parti dell’Impero. Il termine salario, che ancora oggi si usa, deriva dal termine latino salarium, cioè i legionari venivano pagati con il sale, che era un elemento prezioso per la conservazione dei cibi.
Nel Medioevo continua ad essere importante il lavoro dei campi mansione affidata ai servi della gleba, il ceto più basso della piramide sociale. I servi della gleba erano costretti a dare gran parte del raccolto al feudatario ricevendo solo il minimo per vivere.
La situazione cambia nel Basso Medioevo quando sparisce il concetto di feudo e si sviluppa il concetto di Comune dove si incontrano oltre le genti che vivevano nel castello anche altre da città vicine, si sviluppa il commercio, il mercato e il lavoro incomincia a specializzarsi. Nel 500 tanti erano dediti al lavoro nei palazzi aristocratici e dell’alta borghesia, occorreva tanta servitù.
Poi c’è stata una grande evoluzione nella epoca della rivoluzione industriale: l’urbanizzazione; molti accorrevano in città per avere un salario sicuro, ma vivevano in condizioni molto disagevoli, a dir poco malsane, lavoravano anche donne e bambini e molti morivano di stenti. Nella seconda parte dell’800, anche per influsso delle dottrine di Marx ci sono state le prime rivendicazioni per gli operai e successivamente nel 900 le associazioni e le organizzazioni dei lavoratori, i sindacati hanno migliorato la condizione operaia. La situazione per ‘operaio peggiora con la catena di montaggio, per ore eore l’operaio fa le stesse mosse, si sviluppano così malattie mentali
Nella epoca infine dell’informatica e della robotica altri problemi si sono aggiunti, la macchina sostituisce completamente l’uomo, l’operaio non trova più lavoro e c’è la fuga dall’Italia, ma insieme all’operaio c’è anche la fuga dei cervelli.
Il Dott. Coletti ha poi concluso mostrando tante immagini sui lavori scomparsi.
Lezione molto ricca di argomentazioni e di grande interesse.