Prof. Pietro Emidio Rindinella
Luogo e data di nascita: Chieti 16 marzo 1949 Residenza: Spoleto, Vicolo Collicola, 5 Recapito telefonico: 0743.47782 339.2359888 Titotolo di studio: Diploma ISEF
All’età di quindici anni si iscrive al neo costituito Gruppo Speleologico di Spoleto partecipando nel 1964 al secondo Corso Nazionale di Speleologia presso San Vittore di Genga, oggi Grotte di Frasassi. Nella stessa estate collabora alla spedizione che raggiungerà il fondo della grotta di Chiocchio a -514 metri, collocata in quel momento al sedicesimo posto assoluto tra gli abissi più profondi conosciuti al mondo. Partecipa alle numerose campagne di ricerca e di esplorazione ipogea sull’intero territorio nazionale. Nel 1967 si iscrive al C.A.I. di Ascoli Piceno e prende parte l’anno successivo al Corso di Roccia, organizzato dallo stesso club, sul Gran Sasso d’Italia salendo le classiche vie di Corno Piccolo e Corno Grande. Arrampica prevalentemente sulle pareti dei Monti Sibillini, compie una terza ripetizione invernale sulla via del Canalino del Monte Vettore ed apre una via in prima invernale sulla parete sud-est di Pizzo Berro. Collabora con il Centro Turistico Giovanile Italiano, in qualità di istruttore di roccia, in Sardegna, nell’estate del 1971. Prosegue gli studi alla Farnesina di Roma presso l’Istituto Superiore di Educazione Fisica, e consegue il diploma nel luglio del 1973, iniziando nell’ottobre dello stesso anno nella medesima disciplina, la carriera di insegnante nelle scuole di istruzione di primo grado della provincia di Perugia. E’ nominato nel 1974 ricercatore del C.R:U.R.E.S. quale esperto dell’avifauna locale; l’indagine viene utilizzata successivamente dalla Mondatori nella collana “Guida alla natura dell’Umbria e della Toscana”. In seno al progetto di Don Guerrino Rota di istituire il C.E.I.S. (Centro Italiano di Solidarietà), restaura il portone Seicentesco della chiesa di Sant’Andrea di Terraja in Spoleto nel cui complesso ospita la sede. Nel 1977 istituisce con altri soci fondatori la sezione del C.A.I. di Spoleto. Intraprende con la Società sportiva C.U.S. Perugia, in qualità di Tecnico nazionale di Atletica Leggera nelle specialità dei salti in elevazione, un rapporto di stretta collaborazione in qualità di preparatore atletico, dal 1976 al 1990, seguendo ininterrottamente i propri atleti nelle competizioni organizzate dalla F.I.D.A.L.(Federazione Nazionale di Atletica Leggera) su tutto il territorio nazionale. Presta la sua opera di docente presso la cattedra di Atletica Leggera dell’I.S.E.F. di Perugia, nel triennio 1989-1991. Fonda nel 1996 con un gruppo di amici l’associazione culturale “SPOLETO PRIMA, insieme per la città”, operando in ambito cittadino e limitrofo, al recupero, alla salvaguardia, alla valorizzazione del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, naturalistico e ambientale. Tra le iniziative intraprese, pone in salvo nel 1998 la campana settecentesca e una grande tela dipinta con cornice dorata e laccata del seicento, sottratti dal degrado, dalla chiesa di San Marco in Pomeriis di Spoleto. Le opere sono conservate presso la parrocchia di Sant’Ansano della stessa città e fruibili da tutti.
Organizza nel maggio del 1998 in seno all’Associazione culturale “SPOLETO PRIMA, insieme per la città”, un convegno con mostra oggettistico-iconografica sulla ex Ferrovia Spoleto-Norcia. Nel 1999, collabora al restauro e recupero di quattro vani e dell’annesso teatro parrocchiale, posti all’interno del complesso monumentale di Sant’Ansano, ove viene allestito un centro polivalente a disposizione della collettività e sede della Caritas cittadina. Idea e progetta l’illuminazione delle Mura Ciclopiche di Spoleto nel tratto emergente della Via Cecili, collaborando, nel 2000, alla realizzazione unitamente al patrocinatore Lions Club cittadino. Restaura per il comune di Sant’Anatolia di Narco, le campane Cinquecentesche trafugate venticinque anni prima dal campanile a vela della chiesa di Santa Cristina presso Caso, unitamente ad una terza del 1246, oggi conservate nella sede municipale. Nel 1999, recupera un’opera in pietra dello scultore ternano Agapito Miniucchi che lo stesso aveva donato alla città di Spoleto; restaurata,oggi la si può ammirare collocata in un aiuola dei giardini pubblici di viale Matteotti. Nello stesso anno provvede al restauro della grande lapide in marmo spezzata un due frammenti appartenente al monumento dell’Arma di Urbano VIII, distrutto dall’impatto di un autotreno con i freni in avaria, nel 1988. Dal 2000 tiene annualmente conferenze per l’Università della Terza Età di Spoleto trattando temi sull’ambiente, l’arte, la cultura. Nel 2006 ha collaborato con la Soprintendenza Archivistica di Perugia all’allestimento delle mostre documentario-fotografiche sulla ex-ferrovia Spoleto-Norcia ed alla realizzazione del relativo catalogo, per il quale ha partecipato, come membro del comitato scientifico, redigendo un saggio e mettendo a disposizione foto storiche, cartoline d’epoca, materiale documentario. Ha curato la regia del documentario “C’era una volta un trenino azzurro. Viaggio in 8mm sulla ferrovia SpoletoNorcia.” Sta lavorando alla realizzazione di un documentario sulla storia del Gruppo Speleologico di Spoleto. E’ nominato Ispettore Archivistico Onorario dalla Soprintendenza Archivistica dell’Umbria per il triennio 2008-2010. Ha partecipato nel 2014 e 2015 al Festival del Documentario Storico Archeologico Amatoriale, organizzato dal Gruppo Archeologico “Perugia”, classificandosi al primo posto, in entrambe le edizioni, con le opere “Le cave di Cusa” e “Lux Dierum”. E’ presidente del Lions Club Spoleto nell’annata 2016-2017.